Come cambiano le modalità di lavoro e gli ambienti di lavoro
A seguito dell’emergenza sanitaria correlata all’epidemia scatenata dal nuovo coronavirus Covid-19, ribattezzato con il nome di Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2), e delle ordinanze della Presidenza dei Consigli dei Ministri, riteniamo sia utile fare chiarezza sui cambiamenti in atto che interessano anche le modalità e gli ambienti di lavoro.
L’Italia è entrata ormai, in relazione all’epidemia di COVID-19, in uno scenario di tipo 3, nel quale da una fase caratterizzata dalla presenza di focolai sporadici ben identificabili si è transitati ad un periodo di contagi diffusi su tutto il territorio nazionale.
Con tale situazione in atto, l’obiettivo degli interventi di sanità pubblica è quello di ridurre e, soprattutto, di rallentare la diffusione del contagio, al fine di diminuire la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale.
La diffusione del COVID-19 sta inevitabilmente cambiando le nostre abitudini, spingendo il nostro Paese ad adottare misure che, oltre che sulla vita quotidiana, si riflettono sui processi lavorativi e sugli ambienti di lavoro.
Coronavirus: i recenti sviluppi
I primi casi di polmonite ad eziologia “ignota” sono stati rilevati il 31 dicembre 2019 in Cina presso la città di Wuhan. Il 9 gennaio 2020 è stato identificato il nuovo coronavirus Sars-CoV-2, come agente causale. Di recente è stata dimostrata la trasmissione del virus da persona a persona.
L’epidemia di COVID-19 è stata dichiarata dal Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.
In Italia, il Consiglio dei Ministri in data 31/01/2020 ha decretato lo stato di emergenza per i prossimi 6 mesi.
Con i Decreti #IoRestoaCasa la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha definito specifiche misure di contenimento del contagio che interessano l’intero territorio nazionale, senza più distinzione di zone di rischio. Le disposizioni coinvolgono:
gli spostamenti delle persone fisiche;
la gestione delle persone con sintomi o in quarantena;
le strutture produttive e professionali;
gli esercizi commerciali;
le modalità di lavoro agile o smart working;
gli eventi, le competizioni sportive e le manifestazioni.